martedì 6 ottobre 2009

LEGGE ANTI-BURQUA?

E’ notizia di oggi, una proposta di legge 'anti-burqa', sottoscritta da tutto il gruppo parlamentare della Lega Nord.

Il testo, depositato il 2 ottobre modificherebbe la legge Reale del 1975 (!) in materia di 'tutela dell'ordine pubblico e identificabilità delle personé che prevede il divieto di utilizzare "senza un giustificato motivo" caschi o qualsiasi altro tipo di oggetto o indumento che impedisca il riconoscimento della persona. La proposta della Lega lascia invariate le sanzioni della legge del '75 prevedendo l'arresto da uno a due anni e l'ammenda da mille a duemila euro oltre che la possibilità dell'arresto in flagranza.

Il capogruppo Roberto Cota e le deputate del Carroccio Manuela Dal Lago e Carolina Lussana in una conferenza stampa, propongono di togliere il "giustificato motivo" fonte, tra l'altro, di contenziosi tra sindaci e prefetti, e inserire tra gli oggetti che non possono essere utilizzati, in quanto impediscono di essere riconosciuti, "gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa". Leggi il burqa. Cota sottolinea che si tratta "di una legge per fare chiarezza". (fonte Ansa)

Mi sembra una bellissima proposta, a prescindere dalla religione islamica, è fondamentale rendere obbligatoria la riconoscibilità di chi frequenta luoghi pubblici, è una questione di sicurezza, soprattutto in un periodo storico come questo.

Ma c’è chi si straccia le vesti purtroppo, Donatella Ferranti, capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera è riuscita a dichiarare ''E' una norma incostituzionale che lede la libertà religiosa e sono del tutto strumentali i richiami all'ordine pubblico. La verità è che si vuole colpire gli immigrati islamici nel loro intimo". E’ la solita prospettiva sinistra che non vuole vedere al di la del proprio naso. Se si vuole almeno provare ad aumentare la sicurezza (percepita) è il minimo pretendere che si debba poter riconoscere chiunque giri per strada e non lasciare ad alcuni la possibilità di vagare assolutamente anonimi (il rischio di attentati terroristici non l’ho inventato io). Parlare di islam è fuorviante, non c’entra.

E questo è confermato da una notizia uscita oggi sulle agenzie, viene dal medio oriente, precisamente dall’ Egitto dove il burqa è stato duramente condannato anche dalla più alta autorità religiosa di tutti i musulmani sunniti, sheik Mohammad Tantawi, Grande Imam dell’Azhar. «Il ni­qàb , il velo che copre il volto, è una tradizione del tutto estra­nea all’Islam – ha detto l’Imam ad una liceale visitando la sua scuola al Cairo in Egitto – Perché lo porti? Non è religione que­sta, e io di religione credo di ca­pirne più di te e dei tuoi genito­ri. Emanerò una direttiva per proibire l’uso di que­sto velo in tutte le scuole di Al Azhar. Allieve e insegnanti non potranno più portarlo».

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Cosa aggiungere? Vietare a chiunque, di girare per strada o nei luoghi pubblici, senza essere riconoscibile non è una legge contro l'islam ma contro quegli spostati che potrebbero approfittarne per delinquere (diciamo così). Alla prossima. 

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