martedì 28 maggio 2013

#Attualità - Fiamma Nirenstein: Sgozzatori islamici anche a Parigi.

Dal sito di Fiamma Nirenstein un articolo di stretta attualità, descrive il tragico fenomeno delle aggressioni assassine nelle città occidentali.

Sgozzatori islamici anche a Parigi
Francia: Un soldato aggredito per starda da un magrebino. È il virus dell'assalto isolato. 

Si chiama copy cat, effetto emulazione, ma qui sembra un’epidemia e ha il colore dell’aggressione islamista contro quel simulacro di società occidentale che i terroristi si figurano. Ieri, di nuovo, un militare francese di guardia all’Arco della Defense a Parigi è stato pugnalato alla gola da un uomo barbuto, di tipo nordafricano, di circa trent’anni, con indosso una jalabiah, ovvero la tradizionale tunica magrebina. Dope aver tentato di tagliare la gola al soldato, l’uomo è riuscito a fuggire. Per fortuna stavolta il militare non è in pericolo di vita, è riuscito a difendersi.
Non si sa ancora molto della dinamica e del protagonista dell’attentato. La società europea, la pubblica opinione europea e italiana, sono garantiste, devono essere garantiste, ma è molto difficile sottrarsi all’idea che il modello dell’azione di questo ragazzo in jalabiah non sia il massacro del giovane cadetto inglese compiuto da due convertiti all’Islam nel quartiere londinese di Woolwich, e prima ancora non sia l’attentato di Boston da parte di due giovani ceceni arruolati dal fondamentalismo islamico, e prima l’eccidio di bambini della sinagoga di Tolosa da parte di un altro islamista nordafricano,e prima... e prima... quanti attentati a Madrid, a Londra, un po’ dappertutto da quando la squilla è stata suonata l’11 settembre del 2001 con l’attentato alle Twin Towers.

La Francia è nel mirino dell’integralismo islamico per ragioni demografiche e di difficile convivenza con una schiera immensa di immigrati che vivono innanzitutto nella banlieue di Parigi, ma ultimamente l’odio si è rinfoncolato a causa dell’intervento armato in Mali al fianco delle truppe di Bamako per riprendere il controllo del nord dove governavano gli islamisti. Ma la chiave degli attacchi in serie ha certamente un carattere più ideologico che storico. Lo prova un’intervista dell’imam Omar Bakri Mohammed, che espulso dall’Inghilterra, ha appena dichiarato di considerare Adebolajo, l’assassino di Londra, “molto coraggioso”, che l’Islam lo giustifica e che lo considera un eroe. Un vero incitamento a seguirlo. Bakri ha anche aggiunto che forse è stato lui a suggestionarlo con le sue prediche. Non sappiamo se sia così, ma certo la suggestione ideologica islamista sta creando situazioni di violenza che si inseguono in tutta Europa, anche nei luoghi più impensati, come la Svezia dove è in corso una rivolta che dura da sei giorni. Deve essere frustrante per i perfettissimi svedesi trovarsi nella lista dei “travel warnings”, ovvero delle indicazioni del Dipartimento di Stato circa i Paesi in cui è meglio “evitare o considerare il rischio” quando si decida di andarci. Ci sono: Iran, Mauritania, Costa d’Avorio, Eirtrea, Repubbliche del Centro Africa, Libia, Congo, Burundi, Sudan, Colombia, Palkistan, Libano... la lista comprende, grosso modo, terreni di guerra o jihadisti. La Svezia, ordinata, generosa nel welfare, intransigente sui diritti umani generosa con gli immigrati, su poco più di 9 milioni di abitanti, all’ottavo posto del mondo nella ricchezza procapite, ha il 27 per cento certificato di cittadini o figli di cittadini di immigrati. Nel 2012 il 44 per cento di loro sono stati ammessi su richiesta di asilo politico, e a Husby, sobborgo in cui ora si bruciano le auto, si menano le spranghe, si occupano le strade, l’80 per cento degli abitanti sono immigrati di seconda generazione.

L’Irak, l’Iran, il Libano, certi paesi africani, agglomerano in vari quartieri di Stoccolma gruppi che non parlano svedese, schiavizzano le donne, contano un alto numero di abusi sessuali, compiono mutilazioni genitali, e gli omicidi d’onore raggiungono cifre senza precedenti. E’ il disprezzo per la società occidentale (che di fatto discrimina, con tutta la buona volontà, perché non riesce a integrare a scuola e al lavoro questi immigrati difficili ideologicamente) che porta alla violenza insieme agli insegnamenti dell’Imam. Un mio caro amico, lo scrittore Bruce Bawer, gay, decise di trasferirsi in Olanda col suo compagno sperando in una vita quieta. Il suo libro “While Europe slept”, (“Mentre l’Europa dormiva”), ricorda che l’Europa per lui era “Mozart e Beethoven, Matisse e Rembrandt, Dante e Cervantes”. Ma Amsterdam si è trasformata in incubo di persecuzione antigay da parte degli immigrati. Con lui adesso soffre la Svezia, e ieri Parigi, Londra, Boston.

Vogliamo, finalmente prendere sul serio la questione “islam e immigrazione”? O ci prenderanno per islamofobi per aver osato dirlo? In realtà qui non c’entra affatto l’islamofobia, ma il peso dell’ideologia nelle società multiculturali e dominate dai media moderni. E’ evidente che, oltre la nostra affettuosa remissività multietnica, è tempo per un po’ di pensiero.

domenica 26 maggio 2013

Quando lavorare è quasi impossibile. Carlo Negri:"Il mio calvario da artigiano: la vera impresa è lavorare".


#Testimonianza - Ripropongo una interessante lettera pubblicata oggi da Il Giornale (a questo link). A scrivere è un artigiano (Carlo Negri) che racconta le sue incredibili quotidiane traversie burocratiche per riuscire semplicemente a lavorare.

Il mio calvario da artigiano: la vera impresa è lavorare.
Ecco i cavilli, gli ostacoli burocratici e gli impedimenti dovuti a leggi ambigue 
che rendono difficile il lavoro di un artigiano.


Cominciamo con l'aspetto fiscale. Un dottore commercialista è fondamentale per la tenuta dei libri contabili e gli affianchiamo uno studio commerciale per le buste paga.

Oggi abbiamo anche il medico del lavoro, con le visite periodiche di legge. Questi mi consiglia saggiamente di farmi seguire da un ingegnere per la sicurezza. Siamo a quattro laureati, per quattro falegnami, rapporto uno a uno.

Qui comincia l'avventura. Mettiamo ordine nella formazione: un ragazzo aveva fatto il corso di pronto soccorso. «Sarebbe meglio che fossero in due, perché se uno è sul cantiere in bottega nessuno è preparato». Giusto, formiamo un secondo ragazzo: corso a pagamento in ore retribuite. Un altro ragazzo aveva fatto il corso antincendio. «Sarebbe meglio che fossero in due, perché se si ammala nessuno è preparato». Giusto, formiamo un secondo ragazzo: corso a pagamento in ore retribuite. Poi abbiamo il rappresentante dei lavoratori, lo prevede la legge, perché se un dipendente ha problemi a parlare con me direttamente, può farlo tramite il rappresentante. Giusto, formiamo un terzo ragazzo: corso a pagamento di 16 ore retribuite. Proprio in questi giorni gli è scaduto il mandato triennale, fortunatamente è stato rieletto, e così ce la caviamo con un corso di aggiornamento di 4 ore. Anch'io ho il mio bravo corso di 32 ore a pagamento (non retribuito) come responsabile della sicurezza in azienda. Con tutte queste norme meglio essere agganciati ad una categoria di settore artigiana. Giusto, iscriviamoci ad una categoria, con una modica spesa annua. Prima di cominciare a lavorare è meglio avere una copertura assicurativa, potremmo creare danni a terzi con il nostro lavoro. Giusto, stipuliamo polizze assicurative a tutela dell'attività, oltre alle Rc auto per camion e auto.

Non tocchiamo il tasto Inail: mi servono a inizio anno circa 10mila euro prima ancora di cominciare a lavorare. Sicuramente con il nostro lavoro produrremo dei rifiuti, termine che crea un brivido lungo la schiena. Una volta, per scaldarsi, si bruciavano i trucioli e il legno di scarto, oggi siamo più evoluti e dobbiamo usare il metano. Per portare i trucioli e i vecchi serramenti alla Tea, abbiamo dovuto is
criverci all'albo regionale dei trasportatori di rifiuti-propri, pagando l'iscrizione e il conferimento del materiale alla Tea. Il nostro ambiente di lavoro è principalmente la città di Mantova, meglio munirsi dei pass per il centro storico: 170 euro. Siamo riusciti a prendere una multa: situazione di pericolo in un asilo, gli operai hanno preferito il tragitto più corto per intervenire d'urgenza. Orgogliosi del servizio prestato, aver tolto i bimbi dalla situazione di potenziale pericolo, si sono dimenticati la procedura per evitare le telecamere. Risultato: 100 euro di multa.

Dispiaciuto della multa, ma orgoglioso dell'inflessibilità dei dirigenti comunali che sono stati irremovibili ma comprensivi, per ovviare a questo inconveniente, ci è stato consigliato di munirci di altri due pass, che probabilmente faremo il prossimo anno, per un totale di 370 euro. Potrei continuare ancora per pagine, elencando i fardelli che gravano su di una piccolissima impresa artigiana, ma mi sta venendo l'angoscia. Ora mi chiedo: come può un giovane pensare di intraprendere la strada di falegname artigiano? E chi lavora in proprio senza dipendenti come può pensare di assumere un operaio innescando una reazione a catena distruttiva? È vero, in Italia mancano alcune figure professionali, ma non è un caso. Se parlo con i miei colleghi l'ultima cosa che sperano è che i loro figli continuino il loro lavoro! Volevo solo fare il falegname, ma forse era meglio rimanere dipendente.

Carlo Negri






sito internet

Twitter del Viandante

 
Photography Templates | Slideshow Software