martedì 31 gennaio 2012

Difendiamo i nostri commercianti ed artigiani dalla caccia alle streghe!

Difendiamo i nostri commercianti ed artigiani dalla caccia alle  streghe!

Come sempre andiamo controcorrente e ne siamo orgogliosi! Ci si riempie la bocca di frasi come staniamo l'evasore che non batte lo scontrino, ma non ci accorgiamo della menzogna nascosta in espressioni come questa. Infatti le imprese sono controllate già con un altro strumento gli STUDI DI SETTORE. Ma pochi sanno cosa siano questi studi di settore che sentiamo ogni tanto. Provo a spiegarlo qui.

Formalmente: Gli studi di settore non sono altro che uno dei metodi a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria per porre in atto la propria attività di accertamento, ovvero quel insieme di attività di controllo sulle dichiarazioni e sugli atti utilizzati dal contribuente per l’autodeterminazione dell’imposta da liquidare in modo da determinarne i ricavi attraverso un processo di stima. .

In pratica: Ogni impresa o negozio è collocata in uno specifico "settore" a seconda di ciò che vende o produce. Questi settori a loro volta contengono degli indicatori (riguardanti i processi produttivi (materie prime ad esempio) le infrasstrutture (attrezzature) etc.. che consentono di stimare i ricavi o i compensi presunti di una piccola impresa o di un professionista.  

In sintesi tali elementi producono una serie di parametri, come
  • indice di congruità (ricavi o compensi dichiarati dal contribuente tramite le scritture contabili)
  • indice di coerenza (principali indicatori economici)
  • intervallo di confidenza (rappresentato dal ricavo minimo e dal ricavo puntuale dell'attività)

utilizzati poi dal Fisco per fare una prima valutazione sulla veridicità dei dati forniti dalle imprese. In pratica tramite gli studi di settore il fisco decide quanto deve guadagnare il lavoratore autonomo. 
Tutto bene? In apparenza si, in realtà, da un lato l’artigiano o il professionista che risulta congruo e coerente non avrà grane col fisco e chi non lo sarà avrà multe ed accertamenti a non finire. Il problema sta nella troppa rigidità degli indicatori, che portano molte imprese a dover dichiarare più di ciò che guadagnano realmente, per riuscire a rientrare nei parametri stabiliti dal fisco, con conseguenze che potete ben capire.

Ora ci parlano di scontrini, ma capite bene che le imprese e le famiglie sono già tartassate (come e più degli altri non avendo amortizzatori sociali, come già ricordato non esiste la possibilità di "andare in malattia", non esistono "assegni familiari" etc.), in particolare comunque molte attività nominate in questi giorni in particolare i bar, ristoranti etc. sono soggetti agli Studi di Settore, strumento (come abbiamo visto) già di per sé fantasioso e fuori da ogni realtà economica e sociale (stabiliscono ricavi presunti “gravosi” e quasi sempre incoerenti con la realtà economica). Quinti quindi i controllati non possono a priori essere considerati evasori.

Per concludere vorrei far presente a tutti coloro che parlano di evasione e scontrini che non tutti i commercianti e gli artigiani sono milionari moltissime realtà sono a conduzione familiare e non nuotano nell'oro vuoi per la crisi per la concorrenza di centri commerciali e per il livello di tassazione assolutamente oppressivo. 
Si parla di negozi che guadagnano spesso il necessario per far vivere la famiglia quindi l'alternativa non è fra il battere gli scontrini e non batterli è fra qualche scontrino non battuto e chiudere. Con conseguenze che sono palesi. 
Certo ci sono i furbi ma non buttiamo il bimbo assieme all'acqua sporca. Il commerciante, l'artigiano, non chiede niente a nessuno rischia di suo con mille svantaggi, se si ammala chiude non va in malattia. 
Piuttosto sarebbe da tutelare questa categoria che si impegna e lavora tutti i giorni non le otto ore, non le nove ore ma spesso tutto il giorno quanto è lungo. E tutto il giorno (e molte volte la notte) si occupa e si preoccupa del proprio lavoro.

Non alimentiamo la caccia alle streghe, l'evasione vera è altrove! Occorre diverso impiego delle forze, soprattutto concentrarsi sui  controlli piu’complessi ad esempio sul versante internazionale, per contrastare la vera evasione ed elusione. Proteggiamo i nostri commercianti ed artigiani che con queste aggressioni decise e di forza ingiustificata, subiscono colpi che ne minano la sopravvivenza. Parliamo di piccole e medie imprese, artigiani  professionisti con le loro relative famiglie, che sono l’ossatura del paese.

Alla prossima.

mercoledì 18 gennaio 2012

Fermosicilia - La Sicilia in rivolta! Perché nessuno ne parla?

La Sicilia grida attraverso la rete, da twitter con gli hashtags #fermosicilia, #forconi a facebook con la pagina del movimento dei forconi ! Ma cosa succede? Da lunedì strade e snodi autostradali della Sicilia sono bloccati da manifestazioni di protesta organizzate dai sindacati degli autotrasportatori e degli agricoltori, sotto la sigla di due neonati movimenti, “Forza d’urto” e “Movimento dei forconi” (un’associazione di agricoltori, artigiani allevatori e pastori); le proteste – che dovrebbero proseguire fino a venerdì – sono organizzate “contro la classe dirigente che ancora una volta vuole farci pagare il conto” e “l’ipocrisia dei nostri politici” ma hanno anche rivendicazioni più concrete relative principalmente all’aumento del costo del carburante (fino a 2 euro al litro!!) e delle assicurazioni. Per il comunicato ufficiale del comitato Forza d'Urto ecco il link .


Sulla rete sono diversi i tentativi di infangare una lotta che nasce dalla gente, ad esemprio voci di legami con il movimento di destra Forza Nuova sono stati smentiti da un comunicato del movimento dei forconi che ribadisce l'apartiticità della protesta: 
"Ma soprattutto il Movimento vuole rivendicare il suo carattere apolitico e apartitico, aperto a tutti i cittadini: “Il Movimento dei Forconi, non è strumentalizzato da nessuna forza politica. Abbiamo più volte detto che il Movimento è APOLITICO E APARTITICO. Certamente non possiamo impedire a nessuno di partecipare chiedendogli la tessera elettorale. Quindi tutte le polemiche strumentali che da ieri vengono riportati sui vari siti, blog e organi di informazione sono false".

Su  Il Corsivo Quotidiano: I video sulla rivoluzione siciliana che non ti permetteranno mai di guardare in televisione..


L'Appunto

Resta aperta la domanda iniziale, perché non se ne parla se non poco e male? Il quotidiano La Padania dedica un importate articolo in prima pagina alla rivolta siciliana, ma è uno dei pochi visto che la maggior parte della carta stampata nazionale più famosa non ne parla se non per menzionare qualche incidente. Perché descrivere la protesta come un'azione dell'estrema destra e quindi da condannare a priori? Sembra quasi che si voglia mettere sotto silenzio questa protesta spontanea e pacifica del popolo siciliano. Ma non vogliamo pensar male perché si fa peccato ...

Intanto la protesta sembra si stia allargando anche alla vicina Calabria con simpatizzanti in tutta la penisola, vedremo come si svilupperà ...

E domenica la grande manifestazione della lega nord a Milano contro il governo dei professori e dei MarioMonti

Alla prossima.

sito internet

Twitter del Viandante

 
Photography Templates | Slideshow Software