martedì 25 settembre 2012

Card. Angelo Bagnasco: "La classe politica sottovaluta immoralità e malaffare".


Proseguiamo il discorso riguardo alla situazione della politica italiana riprendendo le parole (molto più autorevoli delle nostre) del Cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione con cui ha aperto i lavori del Consiglio Permanente dei vescovi.

La classe politica sottovaluta immoralità e malaffare.


"Dispiace molto che anche dalle Regioni stia emergendo un reticolo di corruttele e di scandali, inducendo a pensare che il sospirato decentramento dello Stato in non pochi casi coincide con una zavorra inaccettabile".

Secondo Bagnasco, il fatto "che l'immoralita' e il malaffare siano al centro come in periferia non e' una consolazione, ma un motivo di rafforzata indignazione, che la classe politica continua a sottovalutare. Ed e' motivo di disagio e di rabbia per gli onesti".

Bagnasco si domanda: "possibile che l'arruolamento nelle file della politica sia ormai cosi' degradato?"- "Si parla di austerita' e di tagli, eppure continuamente si scopre che ovunque si annidano cespiti di spesa assurdi e incontrollati. Bisogna certo che gli stessi cittadini, che pure oggi sono cosi' scossi, insieme al diritto di scelta dei propri governanti esercitino un piu' penetrante discernimento, per non cadere in tranelli mortificanti la stessa democrazia".

Ecco perche' - aggiunge Bagnasco - superando idiosincrasie ideologiche, e' necessario tenere saldo il legame con quei valori che fanno parte della nostra storia e ne costituiscono il tessuto profondo; tessuto che a qualcuno sembra talmente acquisito da non aver bisogno di attenzione e di presidio alcuno, e da altri e' guardato con sospetto o insofferenza". 


''Le elezioni - ha ricordato il porporato - non sono un passaggio taumaturgico, ma vincolo democraticamente insuperabile, e quindi qualificante e decisivo. Per questo bisogna prepararsi seriamente, non con operazioni di semplice cosmesi, bensi' portando risultati concreti per il Paese e un rinnovamento reale e intelligente delle formazioni politiche e il loro irrobustirsi con soggetti non chiacchierati''.

Per Bagnasco, ''lo spettro dell'astensione circola e rischia di apparire a troppi come la ''lezione' da assestare a chi non vuole capire. In questo senso la competizione resta aperta, e sara' bene che la politica non bruci alcun ponte dietro a se'. Presunzione e personalismi, strumentalita' e isterie vanno lasciati da parte''.

Secondo il presidente dei vescovi italiani, ''la politica e' necessaria e, in se', e' arte nobile''. Ma proprio per questo ''non si puo' sottovalutare il sentimento ostile che va covando nella cittadinanza'', un atteggiamento non ''momentaneo e solo umorale'', ne' ''correggibile grazie a consuete mosse ad effetto''. ''La politica - ha concluso -, come dedizione fino al sacrificio per il bene comune, richiede non solo buona volonta', ma capacita' di visione, competenza, e quella coerenza personale che rende presentabili agli occhi della Nazione e del mondo''.


Bagnasco ha aggiunto che La crisi economica continua a mordere l'Italia, dove "la vita della gente e' gia' segnata in modo preoccupante", ed "e' chiaro interesse di tutti che il Governo votato dal Parlamento adempia ai propri compiti urgenti, e metta il Paese al riparo definitivo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose". Bagnasco sottolinea che l'anomalia rappresentata dal gabinetto tecnico presieduto da Mario Monti si spiega con il fatto che "in una congiuntura particolarmente acuta, la classe politica ha ritenuto proprio dovere fare un passo indietro rispetto alla conduzione del governo del Paese". "Nel frattempo, la politica - suggerisce il presidente dei vescovi italiani - deve riempire operosamente la scena arrivando a riforme tanto importanti quanto attese".

Secondo il cardinale Bagnasco, "la strada aperta davanti a noi resta in pericolosa pendenza o se si vuole in forte salita, in base alle scelte che vengono fatte e alla volonta' popolare di assecondarle o meno". Siamo in presenza, spiega, di "una crisi" che "non e' congiunturale ma di sistema, e la durata nel tempo, nonche' gli scenari internazionali, hanno ormai dimostrato che riveste una complessita' e profondita' tali da non poter essere affrontata con 'formule' facili o peggio propagandistiche, ne' oggi ne' domani". In questa situazione "neppure e' possibile - ragiona il presidente della Cei - un affronto puramente nazionale che prescinda da quel contesto europeo e mondiale che, pur presentando vischiosita' e particolarismi, sarebbe illusorio e suicida sottovalutare. E nel quale bisogna saper stare con competenza e autorevolezza riconosciuti".

fonti: ASCA - AGI

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