sabato 19 dicembre 2009

Arbeit macht frei

Purtroppo ci sono molte le azioni ignobili che ci tocca vedere e sentire in questo nostro povero mondo, ma quella che è successa in Polonia è veramente da condannare senza pensarci un attimo. Uno sfregio imperdonabile a milioni di vittime.

Ecco il fatto:
E' stata rubata nella notte la scritta 'Arbeit macht frei' che campeggiava all'ingresso del lager nazista di Auschwitz in Polonia, considerata uno dei simboli del genocidio degli ebrei. Lo riferisce il sito della 'Bbc', precisando che la polizia sta cercando i colpevoli.
E' la prima volta che la scritta (che significa 'il lavoro rende liberi') viene rubata; era stata apposta all'ingresso del campo di concentramento nel 1940: furono i prigionieri del lager che la dovettero costruire per ordine dei nazisti.

I primi commenti sono stati ovviamente di sconcerto e indignazione, eccone alcuni:

"E' una cosa terribile... E' stata ovviamente pianificata ", ha detto alla Bbc Pawel Sawicki, uno dei funzionari che gestisce il museo sorto ad Auschwitz per ricordare gli orrori del lager

"Non riusciamo a capire come una cosa del genere sia sta stata rubata da un posto del genere- ha detto all'agenzia polacca Pap il portavoce del museo che amministra l'ex campo di sterminio Jaroslaw Mensfelt- questo e' stato fatto da qualcuno che sapeva cosa voleva fare. Che doveva sapere come entrare nel sito del museo, come rimuovere la scritta e quali sono i percorsi delle guardie notturne". "L'iscrizione è stata rubata alle prime ore del mattino. E' una profanazione del luogo dove sono state uccise oltre un milione di persone", ha aggiunto, precisando che si tratta del primo episodio del genere. "Chiunque lo abbia fatto sapeva bene cosa stava rubando".

Il quotidiano Gazeta Wyborcza riferisce sul proprio sito web che il cartello rubato è già stato sostituito con una copia, creata tempo fa per consentire la riparazione dell'originale. La polizia ha aperto una inchiesta sull'accaduto, mentre la prefettura ha garantito che verrà data la caccia agli autori del furto. L'ex campo di sterminio è chiuso di notte e controllato dalla vigilanza. Gli inquirenti stanno ora vagliando le registrazioni delle videocamere che monitorano l'ex campo.

Il famigerato cartello "é un oggetto che rappresenta un simbolo di valore storico e deve tornare immediatamente al suo posto", ha sottolineato Noach Flug, presidente del Comitato Internazionale Auschwitz del Centro di coordinamento delle Organizzazioni dei superstiti dell'Olocausto, ricordando la funzione di quel simbolo di morte a tutela della memoria dei sei milioni di ebrei vittime del genocidio nazista. Per questo - ha auspicato Flug - il governo e le forze di polizia della Polonia devono "compiere uno sforzo particolarmente intenso al fine di catturare i responsabili e di portarli dinanzi alla giustizia".

Il vice ministro degli esteri Andrzej Kremer ha espresso sdegno del ministero per "l'atto ripugnante". "Spero che la scritta sarà ritrovata il prima possibile", ha aggiunto. E' il primo caso di furto di questo genere in quello che è considerato il luogo simbolo dell'Olocausto.

Il presidente di Israele, Shimon Peres, si è detto "profondamente scioccato" per il furto. "L'iscrizione ha un profondo significato per gli ebrei come per i non ebrei come simbolo dell'oltre milione di vite perite a Auschwitz", ha dichiarato nel corso di un incontro speciale con il primo ministro polacco, Donald Tusk, a margine del summit sul clima a Ccopenaghen. "Lo stato di Israele e la comunità ebraica internazionale vi chiedono di fare tutto il possibile per trovare i criminali e rimettere l'iscrizione al suo posto".

Da Israele si è levato un coro di indignazione. "E' un atto abominevole che è assimilabile alla profanazione", ha dichiarato il vice Primo ministro e ministro dello Sviluppo regionale, Sylvan Shalom. "Questo gesto testimonia ancora una volta dell'odio e della violenza contro gli ebrei", ha aggiunto Shalom. Da parte sua, il memoriale israeliano della Shoah a Gerusalemme, lo Yed Vashem, ha manifestato la sua indignazione. "Questo atto costituisce una vera dichiarazione di guerra. Non conosciamo l'identità degli autori ma suppongo che si tratti di neonazisti animati dall'odio verso lo straniero", ha dichiarato il presidente del memoriale della Shoah a Gerusalemme, Yed Vashem, Avner Shalev, in un comunicato. "Queste persone vogliono riportare l'Europa a 60 anni fa, agli anni bui della morte e della distruzione", ha aggiunto Shalev.

"E' impensabile!", ha esclamato il leader storico di Solidarnosc ed ex presidente, Lech Walesa, all'emittente Tvn 24. "Ma non vi vi vedo un atto ideologico. E' un atto criminale. Impossibile comprenderlo diversamente", ha aggiunto il premio Nobel della Pace. "E' orribile. Spero che la polizia ritroverà rapidamente questa iscrizione", gli fatto eco sula radio pubblica il presidente del Senato, Bogdan Borusewicz.


Qualche cenno sul tristemente noto campo. Sorto nell’aprile del 1940, dopo l’occupazione della Polonia da parte di Adolf Hitler nel settembre 1939, il campo di concentramento di Auschwitz (nome in tedesco della cittadina che in polacco si chiama Oswiecim) divenne il simbolo dell’Olocausto. Nel campo trovarono la morte oltre un milione di persone, in maggioranza ebrei. Il gerarca nazista Einrich Himmler aveva scelto Auschwitz come luogo anche per una fabbrica della industria chimica IG-Farben, nonché per altre di vario tipo, tra cui aziende agricole, per sfruttare la manodopera dei prigionieri. Nel campo di sterminio di Auschwitz, nella Polonia occupata dalla Germania di Hitler, che si estende su una superficie di circa 200 ettari, furono sterminate nel complesso sistema di camere a gas oltre 1,1 milioni di persone, per lo più ebrei. Il lager fu liberato dai soldati dell’armata rossa il 27 gennaio 1945, e da allora questo giorno è stato dichiarato giornata della memoria mondiale in ricordo della Shoah. Un appello alle autorità polacche affinché facciano ogni sforzo per ritrovare l’iscrizione rubata dall’ingresso del campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau e arrestare i ladri è stato lanciato dall’organizzazione di riferimento dei sopravvissuti della Shoah. Lo riferisce il sito del giornale israeliano Yediot Ahronot.

La beffa: La Germania aveva annunciato proprio eri di essere pronta a una donazione di 60 milioni di euro per la manutenzione dell'ex lager di Auschwitz-Birkenau, la metà del denaro necessario per preservare le rovine delle baracche e delle camere a gas del più famigerato lager nazista. Una cifra che rappresenta la metà del denaro necessario a preservare quel che resta delle baracche e delle camere a gas del più noto dei campi di concentramento nazista. Alla fine della guerra, oltre 200 ettari del campo furono trasformati in museo, visitato ogni anno da centinaia di migliaia di persone. Ma i proventi dei biglietti non sono sufficienti a mantenere il grande sito, con i suoi 155 edifici, le 300 strutture in rovina e centinaia di migliaia di reperti, in gran parte effetti personali dei prigionieri. Non mancano iniziative di sostegno che coinvolgono i visitatori, come la richiesta di un'offerta spontanea dal titolo "Compra un mattone".



La polizia polacca ha offerto un premio di 5.000 zloty (1.250 euro) a chi ritroverà la scritta. Speriamo.

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