lunedì 19 marzo 2012

Il prezzo dei carburanti si avvicina ai due euro al litro! Accise si aggiungono alle accise! L'IVA aumenta! Il Governo cercherà di fare qualcosa? O si limiterà a guardare ed incassare?

La benzina si avvicina a grandi passi alla soglia dei 2 euro al litro ed in alcuni casi l'ha addirittura superata. Rispetto all'anno scorso è salita del 18% (da gennaio 2011), mentre il gasolio è aumentato del 25,4%. Le implicazioni dell'aumento del costo del carburante sono evidenti, tutti i beni trasportati su gomma (quindi praticamente tutti i beni in vendita) subiranno aumenti, quindi ci sarà una contrazione dei consumi, ognuno di noi per muoversi dovrà spendere di più, le associazioni dei consumatori calcolano un aumento della spesa di circa 400 euro all'anno a famiglia. Due euro per un litro di verde garantiscono di gran lunga all´Italia il primato per il carburante più caro d´Europa.

Il nuovo provvedimento sui carburanti, il primo del Governo Monti, è il quinto rincaro varato nel giro di pochi mesi dopo i precedenti su cinema, guerra in Libia, alluvioni in Liguria e Toscana e bonus fiscale per i gestori. L'effetto dell'aumento di IVA e accise ricadrà perciò sui beni di prima necessità, come i generi alimentari. "Chiediamo l’esclusione del settore carburanti dall’aumento della tassazione. Un eventuale aumento dei costi potrebbe causare serie conseguenze economiche, sia dirette sui prezzi alla pompa sia indirette su tutti i beni derivati, come gli alimentari, che vengono trasportati su gomma", ha dichiarato Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori).

Ma perché non si fa nulla per rimediare a questo dramma? Perché il governo non interviene? Semplice perché con la situazione attuale a festeggiare è proprio il fisco: le tasse pesano più del 50% sul prezzo alla pompa. E tra gennaio e febbraio, malgrado un calo del 9,6% dei consumi di carburanti, il caro-pieno ha regalato all´erario un miliardo di entrate in più rispetto al 2011.

I COSTI: Veniamo ai costi: "Senza le tasse la benzina costerebbe poco più dell'acqua minerale" è quanto ha affermato Conti alla mano, il presidente della Federazione autonoma italiana benzinai (Faib) Martino Landi. "Da sempre - spiega Landi - il carburante è il bancomat dello Stato: quando non sanno dove prendere i soldi, applicano nuove tasse alla benzina". La manovra "salva Italia", che per quanto riguarda le accise è già legge, ha introdotto un aumento di 10 centesimi sulla benzina e di 13,6 sul gasolio. E non è finita. Perché con l'inizio del 2012 l'oro nero aumenterà nuovamente per i rincari applicati a livello regionale.
Faib Aisa, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio (tre sigle sindacali dei gestori) presentando la campagna d'informazione destinata ai cittadini consumatori 'la verità sul prezzo dei carburanti' ricordano 'ripartizione' del prezzo calcolando un pieno da 50 euro. Ogni 50 euro di pieno (dati di dicembre 2011 quindi da aggiornare al rialzo), infatti, 20,46 euro sono di accise e 6,20 di Iva. A questo vanno aggiunti i costi del prodotto: il 37% del totale (poco meno di 19 euro) vanno a coprire le spese della materia prima, della raffinazione, dello stoccaggio e del trasporto. Se il ricavo complessivo lordo è di 3,22 euro, quello del gestore si assottiglia a 1,43 euro: meno del 3%. Nel 2011 il bilancio pubblico tricolore ha beneficiato di entrate per 37,3 miliardi (il 6,3% in più dell´anno precedente) grazie a Iva e accise sui carburanti.

Le ACCISE: L'accisa è un tributo indiretto che colpisce singole produzioni e singoli consumi. In Italia le accise più importanti sono quelle relative ai prodotti energetici (precedentemente limitati solo agli oli minerali derivati dal petrolio), all'energia elettrica, agli alcolici e ai tabacchi.

Nel territorio italiano, sull'acquisto dei carburanti gravano un insieme di accise, istituite nel corso degli anni allo scopo di finanziare diverse emergenze. Pensate, la prima venne introdotta da Mussolini nel lontano 1935 - 1,90 lire al litro sulla benzina per finanziare la guerra di conquista dell’Abissinia. Poi nel corso degli anni ogni Governo ha deciso di imporre “balzelli” per ogni emergenza: dalla crisi di Suez (1956), al disastro del Vajont (1963), alle guerre in Libano e Bosnia, fino agli ultime arrivate da quella per la crisi libica a quella per l'alluvione in Liguria fino a quella per il decreto cosiddetto Salva Italia. In arrivo anche le accise regionali.

L’ELENCO

  • 1,90 lire (0,00103 euro) per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935-1936;
  • 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
  • 10 lire (0,00516 euro) per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
  • 10 lire (0,00516 euro) per il finanziamento dell'alluvione di Firenze del 1966;
  • 10 lire (0,00516 euro) per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
  • 99 lire (0,0511 euro) per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
  • 75 lire (0,0387 euro) per il finanziamento del terremoto dell'Irpinia del 1980;
  • 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
  • 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
  • 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
  • 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
  • da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
  • 0,04 euro per far fronte all'emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011;
  • 0,0089 euro per far fronte all'alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
  • 0,082 euro per il decreto "Salva Italia" nel dicembre 2011.

Prese singolarmente si tratta di cifre minime, nell’ordine del millesimo di euro o di 10 centesimi, eppure sommate, queste dieci una tantum sono diventate col passare degli anni una massa che determina un aggravio complessivo di quasi 40 centesimi (0,3939).

Ma non finisce qui: perché come spesso accade in Italia, abbiamo una tassa sulla tassa. Su questi 40 centesimi di euro infatti, sommati alla vera e propria imposta di fabbricazione (definita per decreti ministeriali), viene aggiunta pure l’Iva del 21% (dal prossimo auttunno 23%).


Speriamo che qualcuno si muova alla svelta altrimenti non andremo lontano.

Alla prossima.

0 commenti:

Posta un commento

Dite la vostra

sito internet

Twitter del Viandante

 
Photography Templates | Slideshow Software