venerdì 20 maggio 2011

"Ci tocca anche VittorioSgarbi" - Chiuso dalla RAI

 "Ci tocca anche VittorioSgarbi", è il programma del celebre critico andato in onda ieri in prima serata su Rai1. La prima puntata ha realizzato l'8.27% di share con poco più di due milioni di telespettatori (2.064mila): questo il risultato in termini di ascolti del programma. Il risultato è nettamente al di sotto della media degli ascolti delle rete per la prima serata. Si tratta quasi della metà di quanto abitualmente Raiuno totalizza, in media, in prima serata. L'ufficio stampa della Rai ha annuciato la sospensione del programma, condivisa dallo stesso critico.

Questa la notizia, purtroppo la bella trasmissione di Sgarbi non ha superato la prova del pubblico televisivo. Coraggioso l'intento, certamente un programma al di sopra della media, dove hanno trovato spazio arte, cultura, chicche musicali e sentimenti veri, Sgarbi ha citato nel suo monologo Pasolini, Cossiga, Federico Zeri, Carmelo Bene, Walter Chiari, Buster Keaton. Il tema della serata era "il padre", avrebbe dovuto essere Dio ma è stato cambiato all'ultimo per polemiche dei soliti noti. Di forte impatto il Dies Irae mentre sullo schermo scorrono le immaginidel giudizio universale di Michelangelo alternate a travolgenti sequenze di catastrofi, dal crollo delle Torri Gemelle a New York al terremoto eallo tsunami in Giappone, dai Buddha fatti esplodere in Afghanistan, al terremoto dell’Aquila. Toccante discussione sulla paternità con l'ingresso in studio del figlio Carlo Brenner Sgarbi. Non sono mancati attacchi alla mafia ed alla cattiva stampa che sul nulla costruisce quotidianamente castelli e fatti.


Peccato, un bel programma ma evidentemente troppo per il pubblico televisivo abituato al Grande Fratello (o all'Isola dei Famosi visto che era sulla Rai), troppo poco portatore d'odio per il pubblico di sinistra abituato alle invettive più o meno fantasiose contro Berlusconi ed il centrodestra dei vari Anno Zero, Ballarò, Vieni via con me ...  (La tecnica sarebbe stata quella di bastonare con un servizio feroce a documentazione della tesi portata e poi commenti orientati verso la tesi, purtroppo l'unico modo per fare ascolti è questo, se poi ci scappa la rissa verbale ancora meglio).  Aggiungiamo il fatto che il pubblico di destra non sia inquadrato come quello di sinitra che se deve sostenere qualcosa fa gruppo a prescindere dall'oggetto (ricordiamo la scandalosa elezione di Di Pietro al Mugello -feudo rosso per antonomasia-) mentre a destra si va in ordine sparso, se si ha voglia, se si sente si fa, altrimenti fa niente (se non mi piace la Moratti non la voto, altro che Mugello).

Peccato dicevamo perché era l'occasione per una tv diversa, impegnata ma non di sinistra (e nemmeno troppo di destra a dire il vero) un'occasione sprecata dalla RAI in nome dell'Auditel, quando invece come servizio pubblico dovrebbe badare più se non soprattutto alla qualità delle trasmissioni che noi paghiamo con il canone.

Intanto il signor Travaglio e la solita intellighenzia di sinistra se la ridono. Vuol dire che preferiscono trasmissioni diverse e che tanto danno alla cultura del nostro paese. Ognuno ha ciò che si merita, noi ad Anno Zero ed all'Isola preferiremmo altro, ma non contiamo nulla. Vorrà dire che ci consoleremo con un buon libro, magari d'arte.

Alla prossima.

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