Certamente non siamo stati mai troppo d’accordo con le decisioni e le affermazioni della ministra con le lacrime in tasca. Però stavolta non mi sento nemmeno di darle del tutto torto. Qual è l’affermazione incriminata? Questa: “il lavoro non è un diritto, va conquistato”. Ora è chiaro che l’accesso al lavoro debba essere garantito (come infatti è in Italia) dallo stato, ma siamo sicuri che lo stato stesso debba assumersi anche l’obbligo di assolvere a questo diritto del cittadino? E non sia piuttosto in obbligo innanzitutto di garantire a tutti l’accesso all’istruzione e quindi alla possibilità di entrare nel mondo del lavoro, ma sia poi dovere...