Riporto oggi un'intervista rilasciata alla Stampa dall'arcivescovo di Ferrara (e commissario Cei per la Dottrina della Fede), Luigi Negri che ha spiegato: «La Chiesa non ha detto di votare Monti. I criteri per giudicare sono i valori non negoziabili».
«Monti va giudicato come tutti i politici per ciò che fa a difesa della vita e della famiglia e la sua sobrietà nello stile non garantisce nulla: la storia è piena di totalitarismi estremamente sobri. Il nostro compito non è distribuire ai partiti etichette di cattolicità ma formare le coscienze non c’è alcuna indicazione di voto da parte della Chiesa a favore di Monti».
«CONTANO I VALORI NON NEGOZIABILI».
Per Negri «
esprimere una valutazione o formulare una dichiarazione di stima non significa attribuire la patente di cattolico a uno schieramento. Nel messaggio per la giornata della pace, il Papa ha chiarito che i valori non negoziabili sono razionali e quindi validi anche per i non credenti, eppure ci sono partiti che escludono i temi bioetici dai loro programmi. Matrimonio uomo-donna, libertà di educazione, salvaguardia della sacralità della vita dal concepimento al suo termine naturale, sussidiarietà. Ecco il banco di prova. È qui che si valutano le forze politiche».
«LIBRI PIENI DI DITTATORI SOBRI».
Il neo arcivescovo di Ferrara ha affermato che «
la Chiesa non può ragionare secondo il “tu mi dai, io ti do”. Non mi pare proprio l’ottica del Papa quella di appoggiare un determinato partito o candidato. Noi educhiamo i fedeli, non li telecomandiamo nell’urna. (…) Sono i principi non negoziabili gli unici criteri per giudicare candidature e programmi di governo. Non c’è traccia di temi etici nella sua [di Monti, ndr]
Agenda e quindi mi chiedo come si possa parlare di appoggio della Chiesa a Monti in assenza di un suo esplicito impegno sulle questioni di fede fondamentali. In Vaticano e fuori ci sono stati interventi di autorità ecclesiastiche che però non possono essere interpretati come un sostegno aperto della Chiesa al premier. E anche l’enfasi posta sul cambiamento di stile nella vita pubblica mi sembra superficiale. I libri sono pieni di dittatori assolutamente sobri».
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