mercoledì 2 ottobre 2013

La politica con la p minuscola.

Viene da mettersi le mani nei capelli a guardare la situazione politica italiana. In un momento in cui dovremmo unire le forze e sentirci tutti italiani crescono le divisioni. La sinistra è divisa da mesi in Renziani, Bersaniani, Dalemiani, Vendoliani, Veltroniani e chi più ne ha, più ne metta. A destra la situazione sembrava migliore ma si sta compiendo in queste ore la spaccatura, in Falchi e Colombe, di quello che fu il pdl, per una questione di bassissimo profilo come le poltrone cui le cosiddette colombe non vogliono rinunciare.

Al paese servirebbe la Politica, quella con la P maiuscola. Una Politica che dia risposte al paese e non rinvii come il governo Letta che non ha saputo (o voluto?) risolvere la questione IVA/IMU. Una Politica in grado di sburocratizzare e snellire un paese ormai bloccato da anni di immobilismo. Una Politica che tagli i costi di uno stato sprecone. Una Politica che aiuti le imprese anziché soffocarle o farle fuggire all'estero per una tassazione insopportabile ed ingiusta. Una Politica che sostenga le famiglie (sì le famiglie, il centro di qualunque società civile, il motore della società) alle prese con una crisi di cui non si vede la fine.

Invece assistiamo ai giochi di un PD che non vuole essere rottamato da Renzi, che vuole ad ogni costo l'esclusione dalla politica del proprio avversario di sempre, l'odiato Berlusconi e che non vuole prendersi l'impegno di abbassare l'imposizione fiscale (da qui i rinvii di Letta, il non voler a nessun costo trovare coperture per l'eliminazione dell'IMU e il mantenimento dell'IVA al 21%).

E dall'altro lato assistiamo ad un indegno gioco di trasformismo da prima repubblica da parte dei ministri Pdl (Alfano, Nunzia De Girolamo, Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin, Gaetano Quagliariello) e di un cospicuo gruppo di parlamentari (evidentemente a Roma le poltrone devono essere molto comode). Pronti quindi costoro a dividere il centrodestra (e tradire il mandato elettorale) pur di mantenere in vita il loro governo, indifferenti al bene del Paese e degli italiani.

Siamo sicuri che al paese serva un governo dei rinvii, del non fare, del sopravvivere? No, non lo siamo, io non lo sono, l'unica via è il ritorno al giudizio del popolo e forse, ad una politica con la P maiuscola. Forse.




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